Castello Orsini-Colonna

Il castello Orsini-Colonna è un castello situato nel comune di Avezzano. Fu voluto nel 1490 da Gentile Virginio Orsini che lo fece edificare attorno ai resti della distrutta torre di Gentile da Palearia, signore di Manoppello.

Dopo il completamento dei lavori di recupero attuati negli anni novanta, nel maniero è stata inserita a piano terra una platea per lo svolgimento di convegni e spettacoli mentre al primo piano è stato insediato il Museo di Arte Moderna di Avezzano.

Un elemento che caratterizza il castello è la disposizione delle quattro torri angolari, che risultano perfettamente allineate con i punti cardinali del magnetismo terrestre.

Storia
Concepito - come si legge in un'iscrizione posta sul portale ogivale - come fortilizio Ad exitum seditiosis Avejani (ovvero come monito da eventuali rivolte della popolazione avezzanese), il maniero venne progettato con ogni probabilità dall'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini, in quegli anni al servizio degli Orsini ed autore documentato dell'intervento al vicino castello a pianta fallica di Scurcola Marsicana.

L'edificio di Avezzano fu ampliato a palazzo con giardino rinascimentale nel 1565 da Marcantonio Colonna e nel 1571 dallo stesso Colonna dotato di ingresso trionfale a ricordo della vittoria a Lepanto nella omonima battaglia.

Rimase in mano alla famiglia Colonna fino all'abolizione dei feudi avvenuta nel 1806. In questo periodo risultava molto utilizzato un teatro sotterraneo del castello, con probabile ingresso laterale nel fossato che i signori Colonna, generosi nei secoli con gli avezzanesi, concedevano di buon grado ai cittadini.

La decadenza
Il maniero passò quindi nel 1806 ai Lante della Rovere che lo conservarono fino al 1905 quando, con atto a rogito del Notaio Pietro Vannisanti in Roma, lo acquistò il vicesindaco di Avezzano Francesco Spina detto Checchino il quale ne adibì una parte ad albergo ed affittò il lato verso via Fucino alla Regia scuola normale "Matilde di Savoja" ed il resto al tribunale di Avezzano.

Checchino Spina affittò anche parte del parco rinascimentale denominato al Catasto "Orto di San Francesco" come rimessa per cavalli.

Singolare "l'Osteria dentro la Terra" realizzata nel fossato del castello nella metà del cinquecento, perfettamente funzionante stando alle foto precedenti il terremoto che colpì Avezzano nell'inverno 1915.

Francesco Spina iniziò nel 1912 gli interventi di rimozione delle aggiunte colonnesi abbattendo la loggetta di Marcantonio ma per ragioni economiche non andò oltre. Il castello venne distrutto dalla seconda scossa del 13 gennaio 1915, rilevata alle ore 07.55. La struttura crollò dal primo piano in su e furono quindi perdute le aggiunte cinquecentesche dei Colonna.

Il maniero risultava restaurabile nella fase Orsini fino alla seconda guerra mondiale, e l'amministrazione comunale sembrò muovere alcuni passi in tal senso. Tre bombe alleate però cadute durante i bombardamenti protratti per otto mesi sulla città, ne decretarono il passaggio a rudere.

Negli anni cinquanta il Sindaco Jatosti autorizzò famiglie di Rom a risiedere stabilmente ad Avezzano dislocandole nel castello Orsini. In seguito l'amministrazione socialista in quegli anni, come da apposita ordinanza, usò l'interno del castello come canile.

Il restauro
Il castello venne finalmente restaurato negli anni sessanta in due riprese ad opera dell'ingegnere Tommaso Lelio Orlandi, dirigente del locale Genio Civile. Una campagna di scavi archeologici svolta negli anni settanta hanno portato alla scoperta delle basi delle mura interne e di parte dei locali sotterranei.

Divenuto quindi spazio estivo per mostre di pittura ed arena per proiezioni cinematografiche negli anni settanta e ottanta, è stato recuperato nel 1994 su progetto dell'architetto Alessandro Del Bufalo il quale ha inserito una struttura interna autoportante.