GROTTE DI Beatrice Cenci

Le Grotte di Beatrice Cenci devono il nome alla nobile romana, fatta giustiziare l'11 settembre 1599, per parricidio e poi assurta al ruolo di eroina popolare.
La leggenda vuole che la giovane sia stata uccisa a Petrella Liri (più probabilmente fu invece imprigionata nel palazzo di famiglia che si trovava in località Petrella Salto).
All'interno della grotta, ci si trova immersi in una cavità ricca di stalattiti e stalagmiti. Uno scenario fiabesco. Si aprono grandi saloni dove sin dal Neolitico vivevano i primi uomini e di cui ancora oggi si conservano le testimonianze.
Lo scenario esterno è tipico dei Monti Simbruini, ricchi di lussureggiante vegetazione.
Nelle grotte è presente un sito archeologico di 300 mt. quadrati dove sono stati rinvenuti reperti dell'età del bronzo.
Unitamente alle Grotte, la visita include anche il vicino Ovido di Verrecchie, un impressionante inghiottitoio la cui voragine di 300 metri raccoglie le acque del torrente che, dopo alcuni chilometri di percorso sotterraneo, riaffiorano a Sfratati, vicino Tagliacozzo. Un percorso attrezzato permette di raggiungere il bordo del precipizio e ammirarne l'abisso sottostante.
La discesa nelle Grotte avviene accompagnati da una guida che illustra tutto ciò che concerne questo complesso: dalle notizie di natura archeologica a quelle storiche e naturalistiche.

Le Grotte si trovano a 25 km da Avezzano e a meno di 10 km da Tagliacozzo, sulla strada provinciale 23 Alto Liri nei pressi della frazione di Petrella Liri (Comune di Cappadocia).

PER PRENOTARE LA VISITA CHIAMARE IL 3467390786 (COOPERATIVA LE AQUILE)

PREZZO DEL BIGLIETTO: ADULTI 5 EURO, BAMBINI 3 EURO

(1 VISITA GUIDATA OGNI ORA)

Blog Grotte Beatrice Cenci: http://grottebeatricecenci.spaces.live.com/

e-mail: grottebeatricecenci@hotmail.it

Avventura nelle grotte

Fra le molte meraviglie che l'Abruzzo offre ai turisti senz'altro hanno un ruolo di rilievo le grotte disseminate nel territorio a varie altitudini. Tuttavia delle circa duecento presenti nella regione quelle attualmente attrezzate per ricevere visitatori non raggiungono nemmeno la decina. A breve distanza da Petrella Liri, frazione di Cappadocia in provincia di l'Aquila, si trovano le Grotte di Beatrice Cenci aperte al pubblico dai primi anni '90 grazie ai lavori fatti eseguire dalla Comunità Montana Marsica 1 di Avezzano, che ne è tuttora proprietaria. La sapiente gestione della Cooperativa Le Aquile di Cappadocia (& 346/7390786), iniziata da poco più di un anno, ne ha esaltato ulteriormente la bellezza sia interna che esterna senza modificare le parti salienti della struttura.

Queste affascinanti cavità prendono il nome dalla nobile fanciulla romana, a cui dedicarono le loro opere diversi artisti, da Stendhal a Moravia, giustiziata alla fine del XVI secolo insieme ai fratelli e alla matrigna per aver ordinato la morte del padre, che più volte l'aveva seviziata e segregata per lunghi periodi in prigioni anguste, tra cui, la leggenda dice, le grotte nei pressi di Petrella Liri. All'ingresso della prima delle due vaste sale visitabili, si viene avvolti da un silenzio magico ed allo stesso tempo inquietante, rotto solamente dal gocciolio delle acque. Percorrendo la passerella metallica l'occhio viene catturato dall'incredibile spettacolo circostante di cui sono protagoniste le concrezioni formate dallo stillicidio acquifero a cui ognuno può attribuire le sembianze più disparate. Il primo ambiente ad esempio, oltre al nome di "Sala di crollo" che le fu assegnato per la caduta della volta in seguito ad un terremoto, viene anche chiamato "Sala del frate impiccato" per la forma di un'enorme stalattite che sinistramente pende dal soffitto.

La seconda sala, provvista di gradini naturali, è un vero e proprio stimolo per l'immaginazione con la sua enorme ricchezza di stalattiti, stalagmiti, colate, vaschette e concrezioni laminari formate da biossido di manganese di colore nero, ossido ferrico di colore rossiccio e carbonato di calcio di colore bianco, curiosamente soprannominate, per la forma e l'abbinamento dei colori, "fette di prosciutto". Sul fondo vi è un grande ambiente normalmente sommerso dalle acque.

Le grotte dell'Abruzzo più conosciute prendono il nome dal paese di Stiffe nel comune di San Demetrio ne' Vestini, a meno di venti chilometri da L'Aquila. Sono una "risorgenza", ovvero una cavità in cui ritorna alla luce un torrente sotterraneo, in questo caso formato dalle acque degli inghiottitoi carsici dell'Altopiano delle Rocche. La visita turistica si snoda per circa 700 metri proprio al fianco del torrente stesso che accoglie il visitatore già all'esterno della grotta dove sono ancora visibili i resti di una centrale elettrica dei primi del '900. Questa sorta di guida tumultuosa nel suo frenetico percorso forma incredibili cascate, giochi d'acqua, laghetti circondati da stalagmiti multiformi e sovrastati da splendide colate stalattitiche. L'arrivo alla Sala della cascata, a dir poco emozionante, è anticipato da un sensibile aumento del frastuono.